Un progetto ambizioso che assieme al recente acquisto delle aree ex industriali dismesse di Marghera (90 ettari) e alla loro riconversione a fini portuali, rappresenta il contributo del Porto di Venezia alla realizzazione di una innovazione logistica, ambientale ed economica di interesse europeo e mondiale.

Il progetto del terminal d’altura del Porto di Venezia illustrato (il 23/09/10) alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, On. Altero Matteoli, del Presidente del Magistrato alle Acque di Venezia, Prof. Ing. Patrizio Cuccioletta e del Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Prof. Paolo Costa, è quindi non solo una grande soluzione tecnologica innovativa ma un’opportunità per ridare a Venezia e all’Alto Adriatico quel ruolo centrale negli scambi marittimi intercontinentali.

Il progetto, realizzato da una delle più importanti società di ingegneria al mondo, la Halcrow di Londra, presenta la prima struttura portuale off shore mai realizzata nel Mediterraneo. Le sue caratteristiche tengono conto di fornire adeguata capacità ricettiva ai traffici marittimi generati dal commercio globalizzato ma anche della necessità di salvaguardare la particolare conformazione geofisica del territorio lagunare.

La nuova piattaforma portuale d’altura risponde, inoltre, ad alcune importanti esigenze economiche e di sviluppo dell’area Nordestina e alle richieste dell’Unione Europea che ha identificato l’Alto Adriatico come una delle più importanti porte di accesso e uscita delle merci europee da collegare alla rete transeuropea principale TEN-T.

Lo scalo veneziano infatti, fa parte del nuovo sistema multiporto Alto Adriatico NAPA mira ad ottenere, nell’arco dei prossimi 10 anni, un maggior ruolo nell’intermediazione dei flussi Europa-Asia ed Europa-Mediterraneo. La dotazione infrastrutturale necessaria ai porti del Napa (North Adriatic Ports Association) prevede infatti progetti di sviluppo per un controvalore di 3.4 miliardi di euro (2.2 miliardi da fondi privati e 1.2 miliardi di euro da fondi pubblici) che mirano a fornire all’Europa una base portuale consolidata nel Mediterraneo e rivolta ai traffici provenienti dal Canale di Suez.

Il posizionamento del Porto di Venezia (e degli altri porti nord adriatici) risulta quindi molto favorevole per le merci in import/export sia dai mercati del Far East sia dal bacino del basso Mediterraneo; mercati che nei prossimi anni non saranno più solo il luogo della manifattura a basso costo ma rappresenteranno il principale sbocco per tutti i prodotti mondiali.

Lo sviluppo del porto di Venezia consentirà anche di valorizzare ulteriormente le eccellenze interportuali di Verona, Padova e Bologna.

Venezia quindi può candidarsi a diventare l’accesso privilegiato ai mercati dell’Europa Centrale e Orientale delle merci provenienti dall’Estremo Oriente, sottraendo quote di mercato al cosiddetto “Northern Range” (Amburgo, Rotterdam, Anversa, Bremerhaven) potendo contare su:

• un risparmio di 5 giorni di navigazione
• un risparmio energetico: per ogni container movimentato verso Monaco via Venezia anziché via Amburgo (riduzione di 108 kg di CO2)
• una riduzione del carico sulla rete stradale e ferroviaria europea


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