Il Mare Adriatico e il Mar Ionio non sono solo due entità adiacenti sulla carta geografica. Attraverso gli scambi allo Stretto di Otranto, i bacini interagiscono e formano il motore della circolazione termoalina del Mediterraneo Orientale.

Ma c’è una particolarità, rilevata di recente dai ricercatori del Dipartimento di Oceanografia (Oga) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS di Trieste: le acque di questi due mari si mescolano e invertono ciclicamente (ogni 7-10 anni) la circolazione di questa parte del Mediterraneo. Adriatico e Ionio, in altri termini, si parlano e con la loro interazione influenzano probabilmente anche tutto il Mediterraneo orientale. A proporre questa nuova teoria sono Miro Gacic, Giuseppe Civitarese, Vanessa Cardin e Sadegh Yari- di Ogs, assieme a Gian Luca Eusebi Borzelli di Telespazio S.p.A..

Lo schema della circolazione del Mediterraneo proposto dai ricercatori Ogs e battezzato col nome di BiOS (Sistema Oscillatorio Bimodale Adriatico-Ionico) si basa su ricerche e osservazioni effettuate dal 1985 al 2008 (analisi di dati storici e studi recenti fatti in loco), grazie anche alla disponibilità di dati satellitari. Nel 1997 fu documentata per la prima volta un’inversione della circolazione superficiale del Mar Ionio, causata dal flusso cospicuo di acque dense provenienti dal Mar Egeo e non dai venti (come spesso accade). Si trattò di un evento anomalo che sconvolse la circolazione dell’intero Mediterraneo orientale e che fu registrato negli annali dell’oceanografia per la sua eccezionalità.

Da lì prese corpo l’ipotesi formulata oggi dai ricercatori Ogs che una simile inversione fosse il risultato di una oscillazione periodica, possibile anche senza l’apporto di acque egee. L’ipotesi è stata di recente confermata e pubblicata sulla rivista internazionale Geophysical Research Letters.

La salinità e la densità dell’acqua dell’Adriatico meridionale, che influenza le acque profonde dello Ionio e del Mediterraneo orientale, mostrano una variabilità su base decennale. Tale variabilità induce dei cambiamenti nel livello del Mar Ionio, e quindi ne modifica anche la circolazione.

Spiega Miro Gacic: “Fino al 1996 la circolazione del Mar Ionio procedeva in senso orario: l’acqua di origine atlantica penetrava nel Mar Ionio, entrando in Adriatico. Dal 1997 al 2006 c’è stata un’inversione completa in senso antiorario: l’Adriatico è stato “alimentato” con acqua proveniente dal Mediterraneo orientale. In questi ultimi anni, però, la circolazione del Mar Ionio è tornata ad essere in senso orario, come venti anni fa”.

Come si spiega questo fenomeno?
“Dipende - sottolinea Gacic - soprattutto dalla concentrazione salina. Le acque provenienti da est cioè dal Mar Levantino ed Egeo, sono più salate di quelle provenienti dal Mediterraneo Occidentale e dall’Oceano Atlantico. Quando lo Ionio inverte la circolazione induce importanti cambiamenti a catena. La mescolanza ciclica delle acque comporta anche una redistribuzione delle sostanze nutritive e degli organismi planctonici e superiori in Adriatico”.

Aggiunge Giuseppe Civitarese: “Quando la circolazione dello Ionio è anti-oraria organismi marini tipici del Mar Egeo e Levantino entrano in Adriatico. Viceversa, con la circolazione oraria dello Ionio, in Adriatico arrivano organismi tipici del Mediterraneo Occidentale e dell’Atlantico. Un esempio è dato dalla Muggiaea atlantica, un invertebrato gelatinoso rinvenuto per la prima volta in Adriatico al largo di Dubrovnik (Croazia) nel 1995, e successivamente sviluppatosi in Adriatico settentrionale”.

L’aspetto singolare, rilevano i ricercatori, è la ciclicità dell’evento: le inversioni della circolazione dello Ionio accadono ogni 10 anni circa. È come se il Mare Adriatico si comportasse da mixer, importando le acque dello Ionio, mescolandole e restituendole nuovamente allo Ionio, e causando perciò le inversioni decennali della circolazione. Un sistema oscillante, appunto, il BiOS.

Ufficio stampa - OGS