La nautica italiana chiede al Governo interventi concreti in ambito legislativo, non contributi. Lo ha sottolineato il presidente di UCINA, la Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni, all'Assemblea Generale della Nautica Italiana, che si è svolta martedì scorso nel palazzo del Senato Roma.

"L'industria nautica italiana ha retto l'impatto della crisi finanziaria internazionale con grande forza di volontà, una caratteristica propria delle aziende del settore che hanno voluto salvaguardare con grande determinazione l'occupazione e la leadership conquistata negli ultimi decenni a livello internazionale, attraverso investimenti e innovazione, una vera prova di coraggio imprenditoriale", ha dichiarato Albertoni.

"Il settore chiede al Governo interventi legislativi rapidi e concreti, che ci consentano di guadagnare in termini di competitività, e vadano nella direzione di una maggiore semplificazione normativa, della riforma del sistema portuale e delle aree protette - ha proseguito il presidente di UCINA - ma bisogna agire in fretta, ora che abbiamo saputo affrontare la crisi economica, non vorremmo fronteggiarne un'altra, quella politica, che aprirebbe scenari incerti e confusi per il governo del Paese".

Il Presidente Albertoni ha criticato campagne di comunicazione "persecutorie, rivolte a strumentalizzare il sinonimo barca uguale ricco". "Un'operazione mediatica sbagliata e inconcludente, secondo Albertoni, da vera caccia alle streghe".

Con l'Agenzia delle Entrate, dopo l'ottimo lavoro che ha portato alla pubblicazione del Vademecum sul leasing nautico, UCINA continuerà a collaborare per completare il quadro dei chiarimenti sull'impiego dei grandi yacht adibiti a noleggio, ma anche per far nascere in Italia nuove aziende per l'affitto di piccole barche, equiparando la locazione al noleggio.

UCINA ha inoltre chiesto alle Regioni un tavolo di confronto sul demanio federale, affinchè divenga, attraverso la nautica, il motore di sviluppo del Sud. La rete italiana dei porti è un'emergenza che secondo UCINA ha bisogno di uno sviluppo infrastrutturale anche attraverso il recupero delle strutture esistenti e il coordinamento delle normative locali sul rilascio delle concessioni.