Consolidare i punti di forza, potenziare la rete ferroviaria, sfruttare l’unicità del punto franco, migliorare le relazioni con gli interporti e aggiungere valore alle attività di filiera: queste le linee strategiche per il porto di Trieste del Commissario, Zeno D’Agostino, intervistato da Adriatic Sea Network per approfondire la sua visione di sviluppo per lo scalo giuliano.

Trieste è l’unico porto italiano che lavora per il mercato estero – afferma D’Agostino – grazie alle sue relazioni internazionali, riconosciute a livello sia marittimo sia ferroviario. Nessun altro scalo può proporsi con eguale forza verso il Nord e l’Est Europa, sebbene vi sia ancora la possibilità di triplicare la potenzialità logistica, entro i prossimi dieci anni, grazie agli investimenti previsti, anche sulla infrastruttura ferroviaria. Un vantaggio competitivo da consolidare – sottolinea Zeno D’Agostino, abituato a razionalizzare le scelte interpretando gli scenari con l’approccio del docente di economia di gestione di impresa (una fra le sue tante attività professionali) – unitamente alla conferma del nostro posizionamento in materia di traffico container, ro-ro e petrolio. Quest’ultimo settore – afferma D’Agostino, ricordando la recente approvazione della concessione cinquantennale al terminal petrolifero della Siot – è stato un “modello” nell’internazionalizzazione dei traffici, verso l’Austria, la Baviera e la Repubblica Ceca, che ha sicuramente favorito lo sviluppo anche degli altri settori, come ad esempio quello dei traghetti dalla Turchia, sebbene gestiti in modo diverso (rispettivamente via pipeline e via ferrovia).
Il potenziamento dei traffici – precisa il Commissario – va definito insieme ai terminalisti con un approccio partecipativo, nella consapevolezza che per competere sui mercati bisogna innovare le strategie: riportare le imprese manifatturiere sul mare (in area Noghere e nella zona del Canale navigabile), magari sfruttando il vantaggio del punto franco (ancora mai concretamente utilizzato sebbene unico sul territorio nazionale – sottolinea D’Agostino, domandandosi il perché…), e favorire l’integrazione tra porto e interporto, in linea con le indicazioni previste dal nuovo piano nazionale della logistica. In tal senso va valutato il progetto della Piattaforma logistica di Trieste che, grazie al coinvolgimento dell’Interporto di Bologna e del Gruppo Parisi, porterà a un forte sviluppo dei traffici intermodali.
Guardando alla collaborazione con gli scali regionali (Monfalcone, in particolare) e con quello sloveno di Capodistria (attualmente il vero competitor), il Commissario del porto di Trieste sottolinea che è possibile cooperare su progetti di interesse comune, magari per acquisire fondi a livello europeo. Ma le partnership che funzionano, almeno a livello regionale – conclude Zeno D’Agostino – sono quelle che passano attraverso acquisizioni o incorporazioni.
 
Federica Zar
Foto: Montenero | Regione FVG