"A Bruxelles ci siamo confrontati ad alto livello su strategie innovative per le infrastrutture ed è emerso quanto sarà importante sia il varo del Piano di investimenti Juncker, sia l'uso oculato dei fondi strutturali, diretti oltre che alla ripresa economica anche alla crescita dell'occupazione".
Lo ha affermato la presidente della Regione Friuli venezia Giulia Debora Serracchiani al termine del suo intervento alla tavola rotonda prevista per il quarto e ultimo degli appuntamenti di TECHITALY 2014, evento inserito nel semestre di Presidenza italiana del Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea che si è svolto nella sede del Parlamento Europeo, alla presenza del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e del presidente della Commissione Trasporti dell'UE Michael Cramer.

Il Friuli Venezia Giulia, rispondendo alla sua vocazione di piattaforma logistica naturale e porta sui Balcani, è coordinatore per tutte le Regioni italiane del Pilastro 2 (trasporti e energia) della Strategia recentemente adottata dal Consiglio Europeo ed è stato capofila di tutte le Regioni europee dell'Asse Est-Ovest al quarto Forum sul Corridoio Mediterraneo.
"È estremamente importante che il Friuli Venezia Giulia sia relatore per tutte le Regioni italiane all'interno della Strategia Adriatico-Ionica nel settore trasporti ed energia", ha commentato Serracchiani che oggi ha rappresentato gli interessi nei settori infrastrutture-trasporti, energia e ricerca, di tredici Regioni italiane che fanno parte della macroregione Adriatico-Ionica, illustrando le richieste e i progetti di sviluppo di un'area che coinvolge otto Stati (quattro extra UE) e complessivamente 70 milioni di cittadini su entrambe le sponde dell'Adriatico, con un PIL stimato di circa 1.900 miliardi di euro.
 

Serracchiani ha posto l'accento sulla necessità di superare "la frammentazione delle sezioni dei trasporti transfrontalieri". Principio, questo, che vede piena realizzazione negli obiettivi del Piano Juncker. Sono 35 i progetti transfrontalieri che dovranno eliminare i colli di bottiglia per migliorare la mobilità di persone e merci.
"Questa è un'area - ha spiegato Serracchiani - in cui gli interventi infrastrutturali da fare sono notevoli e importanti: solo il 20 per cento degli aeroporti e solo il 35 dei porti sono collegati alla rete ferroviaria europea". Si tratta di una sorta di "patchwork" su cui occorre intervenire per collegare le infrastrutture esistenti.
"Abbiamo la necessità di 'rammendare' l'esistente, realizzando quelle bretelle e linee di comunicazione che spesso ancora mancano e che permetteranno di collegare porti, aeroporti, interporti: questa è un'occasione che ci viene offerta dal Piano Junker, in cui molta parte dei nostri progetti potrà trovare una via di interesse", ha detto Serracchiani.
Basteranno le risorse del Fondo europeo per gli investimenti strategici e il meccanismo della 'leva finanziaria' per dare avvio ai progetti del Friuli Venezia Giulia - Porto di Trieste, terza corsia dell'A4, asse ferroviario Venezia-Trieste, banda larga - previsti dal Piano?
"È un Piano certamente ambizioso - è la valutazione di Serracchiani - e le richieste che vengono dall'Italia e in particolare dalla nostra area Adriatico-Ionica sono notevoli. Forse non tutti i progetti vedranno la luce subito, in relazione ai lunghi tempi di progettazione ed esecuzione, ma su quelli decisivi per creare la rete di comunicazione dobbiamo essere determinati e portarli a casa", ha concluso Serracchiani.
La tavola rotonda è stata introdotta dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che ha anticipato il risultato del Consiglio dei Trasporti da lui presieduto oggi. "Per la prima volta tutti i ministri dei 28 Paesi UE si esprimeranno all'unanimità su un documento finale che riconosce e apprezza la novità introdotta dalla Commissione Europea".
Il riferimento è al principio che potrà svincolare dal Patto di stabilità gli investimenti che i singoli Stati immetteranno come moltiplicatore per le risorse UE per realizzare obiettivi di infrastrutturazione sia innovativa che tradizionale. Un tema affrontato anche da Serracchiani nel suo discorso.
"È assolutamente fondamentale - ha ricordato la presidente Serracchiani - che una parte degli investimenti per le infrastrutture, sia il cofinanziamento dei fondi strutturali sia i finanziamenti del Piano Juncker, siano considerati al di fuori del Patto di stabilità. Soprattutto per la nostra area e per l'Italia questo principio è fondamentale perché abbiamo il problema di avere a disposizione risorse che restano inutilizzate perché bloccate dal Patto di stabilità."
"Questa resta la prima richiesta emersa da tutti gli interventi - ha proseguito Serracchiani -: l'altra è quella di semplificare la progettualità e creare un sistema di garanzie ai privati che vogliono investire in termini di tempi e remuneratività dei progetti stessi".
Alla tavola rotonda sono intervenuti anche l'ambasciatore italiano in Belgio Alfredo Bastianelli, il vice presidente della Banca Europea degli Investimenti (BEI) Dario Scannapieco e il presidente della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) Franco Bassanini.

Fonte: Regione FVG