<L analisi ha l obiettivo di stimolare l interesse da parte di investitori nazionali ed esteri - ha commentato la presidente dell Authority, Marina Monassi - su di uno scalo portuale che, nella nuova geografia europea dei flussi di traffico via mare della global economy, sta rapidamente conquistando una posizione di centralità lungo le direttrici dei grandi corridoi di transito trans-europei nelle relazioni Est-Ovest. Inoltre, grazie agli alti fondali naturali, Trieste è gate portuale di accesso diretto al mercato del Centro Europa per i grandi gruppi dello shipping che utilizzano navi di grande capacità sulle rotte via Suez da e per il Medio/Estremo Oriente e il Sud Est Asiatico>.
Lo studio si articola su tre livelli di analisi:
- Una comparazione tra le norme e procedure doganali applicabili nei punti franchi di Trieste e le norme di carattere ordinario vigenti negli altri porti e zone franche comunitarie, riferita ad una tipologia di dieci casi base valutati secondo quattro "output" fondamentali: operativo, amministrativo, finanziario e commerciale. Dall analisi emergono le rispettive posizioni di vantaggio offerte dal particolare regime di Trieste, come visibile dalle tabelle allegate nel documento pdf.
Oltre ai vantaggi indotti dal particolare regime di franchigia doganale vigente nei punti franchi del porto di Trieste, vi sono poi i vantaggi di natura sostanziale, derivanti dal particolare status giuridico dell istituto del porto franco di Trieste inclusi quelli riferibili al principio della libertà di transito ed accesso;
- Una quantificazione dei principali flussi del traffico di transito relativi al comparto delle "commodity" quotate presso le principali borse merci internazionali. Infatti il porto di Trieste è stato sede di importanti depositi permanenti di soft-commodity come: IBC (Istituto Brasilero do Cafè), CMB (Citrus Marketing Board) e AWC (Australian Wool Corporation).
Con l evoluzione del commercio internazionale, la liberalizzazione ed estensione degli accordi tra i paesi inizialmente aderenti al GATT alla OMC (WTO) ed il subentro della Comunità Europea nelle trattative a livello globale, il mercato delle negoziazioni sulle principali commodity è passato nelle mani degli stock-trader, soggetti privati dai grossi gruppi della finanza internazionale. Il regime degli stock a deposito è stato fortemente influenzato da tutto questo.

Trieste occupa una posizione rilevante nel Mediterraneo ed a livello europeo nel comparto delle commodity energetiche, con il terminal specializzato del gruppo TAL-SIOT, che rappresenta la più importante infrastruttura portuale per l approvvigionamento del mercato tedesco. Attraverso il porto di Trieste transita più del 40% del petrolio importato dalle raffinerie della Germania, il 100% del fabbisogno dell Austria e il 40% della Repubblica Ceca.

In quello delle soft-commodity, sono ancora operanti depositi permanenti a rotazione di due principali categorie di merci, il caffè ed i metalli non ferrosi, la prima quotata presso le Borse di New York (Arabica) e Londra (Robusta), la seconda presso il London Metal Exhange. Nella tabella di riferimento in allegato si può osservare il rapporto tra i movimenti delle singole commodity rispetto al traffico totale delle merci del porto di Trieste.
 
- Un progetto finalizzato di sondaggi mirati presso le principali aziende del Nord Est Italia dei settori industriali dell agro-alimentare, delle costruzioni ed impianti, ,meccanico, tessile, import/export e della logistica. Il fine del progetto è di misurare il livello di percezione presente sul mercato nazionale. La raccolta e l elaborazione dei dati consentirà di disporre di un campione rappresentativo atto a valutare il livello di conoscenza del porto di Trieste e dell istituto del porto franco e di impostare un portafoglio base di contatti industriali e commerciali per sviluppare un azione di marketing finalizzata alla promozione del porto.
 
Dai risultati emersi dall’indagine, si rileva che nel complesso delle operazioni-tipo esaminate, le posizioni di vantaggio per gli operatori ricoprono una incidenza del 73%, con una spiccata intensità dei vantaggi di natura commerciale, seguiti da quelli operativi, amministrativi e finanziari a pari livello.
 
Di particolare interesse anche l analisi del mercato delle commodity, ripartite nei principali comparti dei prodotti energetici e delle materie prime, con un impatto “ad valorem” che su base annua supera i 21 miliardi di Euro, con indubbi ritorni economici sull economia cittadina e regionale in termini di indotto socio-economico e finanziario.
 
Non ultime le opportunità offerte dal particolare regime dei punto franchi del Porto di Trieste sotto l aspetto fiscale dal credito doganale a 180 giorni, dagli abbattimenti sulle accise per le lavorazioni estero su estero, dal transito liberalizzato riferito al trasporto intermodale/combinato sulle direttrici internazionali.
 
L analisi, inoltre, diventerà strumento di promozione della Camera di Commercio di Trieste nelle sue azioni di marketing territoriale per attrarre investitori e creare occupazione.
 
 
 
 
Fonte: www.porto.trieste.it