Il ministero dell’Ambiente italiano ha attivato un apposito accordo quadro con il Porto di Trieste, per attuare su Trieste uno sviluppo coerente a quanto previsto dal decreto per la crescita del Governo Monti. Il porto di Trieste viene visto come un nodo di sviluppo strategico per la crescita dell’Italia e come una esperienza anche per gli altri Porti, nella traiettoria della green economy. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, non ha dubbi nell’affermare che <nel rispetto della strategia di sviluppo del Governo e della road map sulla riduzione delle emissioni di carbonio della UE, il Porto di Trieste costituisce un esempio di sviluppo in fatto di logistica portuale, anche alla luce del recente finanziamento da parte del CIPE della piattaforma logistica, ma non solo. L’investimento sulla logistica, ben si abbina all’investimento per la crescita come possono essere i punti franchi, utilizzando competenze esperienze e risorse alla messa a punto di produzioni innovative nei settori dell’innovazione in materia di materiali, emergie, medicina. Il ministero dell’Ambiente – prosegue Clini – lavora con l’Autorità Portuale per creare in questa area incubatori di innovazione tecnologica che possano creare sviluppo economico>. Ma l’attenzione verso Trieste da parte del ministero si esprime anche con la presentazione al consiglio dei ministri del 26 maggio prossimo della ridefinizione del Sin con la riduzione del perimetro e la semplificazione delle procedure per il recupero dell’area a favore di nuovi insediamenti produttivi. <Su Monfalcone – conclude Clini – stiamo lavorando per farlo divenire sempre di più piattaforma intermodale per le merci con utilizzo crescente della ferrovia>.

Fonte: Autorità Portuale di Trieste