La difficile situazione dello scalo di Monfalcone sarà al centro di due prossime riunioni, con gli operatori portuali e con le organizzazioni sindacali, ''entro la fine di luglio'', ha assicurato l'assessore regionale alla Viabilità e ai Trasporti Riccardo Riccardi, che ha incontrato già oggi a Trieste le rappresentanze regionali dei lavoratori portuali.

Ma sullo ''stato di fatto e sulle previsioni di sviluppo del porto monfalconese - ha sottolineato lo stesso Riccardi - intendo coinvolgere anche tutti i consiglieri regionali della provincia di Gorizia'' per analizzare e discutere in particolare i due ''temi strategici che oggi costringono il porto'': il nuovo Piano regolatore portuale e le concessioni demaniali.

"Per il Governo del Friuli Venezia Giulia - ha indicato l'assessore ai rappresentanti sindacali, preoccupati per il futuro dei 200 posti di lavoro e per il vistoso calo dei traffici (passati dai 4 milioni di tonnellate di merci lavorate nel 2008 ai 2,5 milioni del 2010) - il porto di Monfalcone è un tema che occorre affrontare e risolvere al più presto, e non solo nella prospettiva di quel Progetto Unicredit di piastra logistica Trieste-Monfalcone di cui comunque attendiamo di ricevere una proposta vera".

Piano regolatore e concessioni, "che rappresentano oggi i due più significativi paletti per la prosecuzione delle attività portuali a Monfalcone e per il mantenimento dell'occupazione", sono dunque al centro dell'attenzione della Regione, che a breve vuole regolare anche con un'apposita normativa uno scenario definito complesso ed una storia complicata di questo scalo, dove è necessario definire le competenze all'interno del porto, mettere mano allo strumento di pianificazione delle aree portuali, regolare le concessioni, ha evidenziato Riccardi condividendo il grido d'allarme delle organizzazioni sindacali.

Ciò anche in considerazione dei nuovi compiti amministrativi che il decreto legislativo 111 del 2004 ha assegnato dall'aprile 2009 alla Regione Friuli Venezia Giulia anche sullo scalo di Monfalcone, classificato comunque come porto d'interesse nazionale.

Tra i punti discussi nell'incontro dell'8 luglio anche quelle dei dragaggi del canale d'accesso, peraltro di competenza dello Stato, che sono in atto da parte del Genio civile per le Opere marittime (organo statale) grazie ad un contributo della Regione a favore dell'Azienda speciale per il Porto di Monfalcone: risorse regionali pluriennali pari ai 2/3 della spesa necessaria per portare la profondità del canale a 12,50 metri.

Ufficio stampa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia