È partito ieri da Venezia - diretto al porto fluviale di Mantova – il primo viaggio mai effettuato in Italia di trasporto di merce in container via chiatta.
La società Fluviomar (partecipata dall’Autorità portuale di Venezia con quote di maggioranza, e da Multiservice, Fagioli Group, Ferroviaria Servizi, Promologistica e in ultimo da Provincia di Mantova, Pagnan s.p.a e Cargill), ha ricevuto infatti un carico di container provenienti dalla Spagna e diretti al mercato lombardo.

Si inaugura così un collegamento regolare (in prospettiva bi-settimanale) che rende il Porto di Venezia il capolinea di riferimento per il traffico fluviale e fluvio-marittimo che dalla Pianura Padana raggiunge l’Adriatico per poi proseguire verso il resto del Mondo.
Il servizio di trasporto via fiume è già attivo dal gennaio 2009, per merci alla rinfusa (sfarinati granaglie) che da Venezia arrivano a Mantova e Cremona (e viceversa) con servizio regolare.

Per il Porto di Venezia questo nuovo vettore comporta un maggior traffico di container in arrivo e in partenza dalle banchine lagunari e l’opportunità di servire un mercato ampissimo – quello della Pianura Padana – che può rappresentare in termini percentuali fino al 31% (Veneto e Lombardia) del Pil Nazionale. Le 5 chiatte a disposizione di Fluviomar sono in grado di trasportare fino a 100 mila teu all’anno, per Venezia significa mantenere la leadership – per numero di container movimentati - già detenuta nell’Alto Adriatico.

Il trasporto fluviale risulta, inoltre essere altamente sostenibile grazie ai bassi livelli di inquinamento prodotto ma anche alla capacità di integrazione efficiente con le altre modalità.
I bassi costi esterni (risparmio economico per la collettività), i ridotti consumi energetici (17% rispetto al trasporto su strada e 50% al trasporto ferroviario in km/t di merci trasportate) e le modeste emissioni inquinanti, unite ad un alto livello di sicurezza, fanno si che i costi esterni totali del trasporto fluviale siano sette volte più bassi di quelli del trasporto su strada.
Inoltre, essendo ad oggi sottoutilizzata, la navigazione interna sembra avere ancora ampi margini di crescita soprattutto se si considera che oggi rappresenta un mercato con elevate barriere all’entrata ma completamente privo di concorrenza.

Lo sviluppo di questa nuova modalità di trasporto, pone obiettivi importanti in termini di sviluppo di infrastrutture, potenziamento di quelle esistenti e utilizzo di nuove tecnologie informatiche a servizio della navigazione fluviale.
L’obiettivo è rendere la tratta Venezia-Mantova-Cremona ancora più efficiente ed economicamente conveniente per il trasporto delle merci.

Il primo step è la creazione di un terminal container o di un centro di raccolta merci presso il porto fluviale di Mantova. Questo renderebbe ancor più conveniente il trasporto lungo il Po soprattutto per le imprese dell’area lombarda che avrebbero così a disposizione un servizio regolare di trasporto da/per Mantova verso il resto del mondo sfruttando i collegamenti diretti oggi già attivi dalle banchine veneziane.

Servizi feeder regolari collegano, infatti, Venezia ai principali porti di trasbordo del Mediterraneo, offrendo ai caricatori la possibilità di spedire le loro merci per tutte le destinazioni con le compagnie di navigazione più prestigiose a livello mondiale, con partenze regolari da Venezia.
Il terminal Vecon sarà il punto di arrivo delle merci in container e di imbarco delle stesse sulla chiatta, rappresenta uno sbocco naturale per i servizi marittimi diretti verso i paesi del Mediterraneo orientale, il Medio ed Estremo Oriente ed una porta aperta verso il centro Europa. Attualmente, circa 25 compagnie di navigazione internazionali scalano regolarmente il terminal, con servizi propri o utilizzando servizi multi-cliente.

Un secondo passo, già in via di attivazione grazie ad accordi con l’Agenzia delle Dogane, riguarda le procedure di sdoganamento della merce al fine di ridurre a zero tempi di attesa per il re-inoltro dei container via fiume.
Infatti, per i carichi che dal Mediterraneo sono diretti al nordovest dell’Italia, verrà richiesto di specificare come "final destination" il porto di Mantova e non Venezia così da poter inoltrare, senza attesa, le merci ed effettuare le procedure doganali - come di norma avviene - al termine del viaggio.

Infine l’inserimento dell’unica via navigabile italiana all’interno del progetto RIS Italia (River Information System) – al quale appartengono già le grandi vie europee come il Danubio – permetterà di migliorare l’efficienza e la sicurezza del trasporto fluviale e non ultimo il posizionamento competitivo del Po e del Canale Fissero-Tartaro-Canalbianco rispetto ad altri vettori. Il River Information System, finanziato dall’Unione Europea, è il primo sistema di monitoraggio del traffico delle imbarcazioni sulle grandi arterie fluviali.
Il progetto prevede il controllo e la gestione automatizzata dei flussi lungo il Danubio e anche lungo l’asta Po, ai fini sia della sicurezza della navigazione che delle esigenze amministrative e commerciali. Si potrà così essere in grado di pianificare e visualizzare in tempo reale il traffico, integrare tutti i dati rilevati e fornire informazioni ai naviganti e alla comunità portuale per le opportune pianificazioni.
Il RIS Italia comprende 564 km di via commerciale, 21 chiuse, 1 centro di controllo, 10 stazioni locali e remote dotate di monitor, videoproiettori e sensori di terra e di bordo: un investimento complessivo tra i 16 e i 18 milioni di euro che verrà messo a punto in 3 anni.

Gli operatori e le istituzioni locali, interessati da decenni allo sviluppo del vettore fluviale hanno contribuito con ogni sforzo, anche di tipo economico, per creare infrastrutture e sovrastrutture idonee, e hanno trovato nel Porto di Venezia il partner ideale per la realizzazione della prima via navigabile italiana che collega il Nordest al cuore dell’economia lombarda.

La stessa Unione Europea ha creduto nel progetto dell’unica idrovia (canale Fissero-Tartaro-Canalbianco) italiana – e più in generale al potenziamento del trasporto merci via fiume – finanziando nel 2009 lo sviluppo infrastrutturale e alcuni studi a sostegno per un totale di oltre 12 milioni di euro.

Tra i vari progetti ricordiamo:
a. Sviluppo infrastrutturale del sistema idroviario del Nord Italia
L’azione consiste in sei opere infrastrutturali immediatamente “cantierabili” e da realizzarsi entro il 2011, per l’adattamento alla classe V dei canali Fissero-Tartaro-Canalbianco e Po-Brondolo e per il potenziamento dell’interconnessione multimodale del Porto di Valdaro-Mantova, quale snodo logistico ferro-strada-acqua. Il capofila del progetto - approvato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti e sostenuto da Regione Lombardia e Regione Veneto - è Sistemi Territoriali Spa, partner la Provincia di Mantova.
1° progetto TEN-T Recovery : 9.302.000€ di contributo (10% del contributo totale erogato a livello europeo).

b. Studi a supporto dello sviluppo infrastrutturale del sistema idroviario del Nord Italia
L’azione consiste nella realizzazione di studi e progettazioni a sostegno dello sviluppo dell’intero sistema, in particolare per il completamento dell’adeguamento del canale, la sistemazione a corrente libera del Po (da Cremona a Mantova) e la realizzazione dell’area portuale di Porto Levante, quale snodo logistico navigazione marittima-interna.
I capofila del progetto - approvato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti e sostenuto da Regione Lombardia e Regione Veneto - sono Sistemi Territoriali Spa e AIPO, partner la Provincia di Mantova e Autostrade Mediterranee.
2° progetto TEN-T annual: 2.940.000 € (50% del contributo erogato).


Ufficio stampa - Autorità portuale di Venezia