Cè il rischio di una desertificazione dei servizi di trasporto senza immediati interventi del governo a sostegno dell'intermodalità e di un ulteriore abbattimento della quota di trasporto intermodale e combinato in Italia.

A lanciare l'allarme è il Freight Leaders Council, l'associazione che riunisce i maggiori operatori del trasporto merci (da Dhl a Eni, da Ibm Italia a Procter&Gamble, da Rfi a Trenitalia, da Autostrade per l'Italia a Tirrenia), nel corso di un incontro con il sottosegretario ai Trasporti, Mino Giachino, al quale ha sottoposto uno studio elaborato dall'associazione che esamina in dettaglio la situazione e propone tutta una serie di misure di sostegno a favore del settore.

"Il ministro Matteoli è impegnato ad attivare fin dal 2010 il “ferro-bonus”, ovvero una serie di incentivi al combinato ferroviario, per trasferire quote di merci dalla strada alla ferrovia", ha assicurato il sottosegretario Giachino. "Gli incentivi promessi dal ministro Matteoli e il rifinanziamento anche per il 2010 delle autostrade del mare che proprio questo governo ha avuto il merito di sbloccare", ha aggiunto Giachino, "sono importantissimi, perchè l'Italia è il Paese europeo che ha più bisogno di intermodalità. Per noi la congestione del traffico incide più del doppio della media europea e da sola ci costa almeno 2 punti di Pil. Se tutti insieme - dai porti agli interporti, dalle autostrade alle società di logistica - ci impegniamo a migliorare l'efficienza logistica del Paese del 10%, l'anno il Paese può recuperare quasi mezzo punto di Pil".

Il sottosegretario ha anche precisato che il "ferro-bonus" sarà inserito nella legge finanziaria per il prossimo anno, attraverso un emendamento in corso di predisposizione da parte del governo. "La copertura - ha precisato Giachino - è stata già individuata, destinando a questa misura una quota delle risorse che saranno recuperate con il provvedimento del cosiddetto scudo fiscale".

Il documento presentato parte da tre presupposti: le ricadute positive del combinato ferroviario su ambiente, sicurezza, economia, gettito e occupazione, la situazione di squilibrio modale che vede, per di più, il trasporto stradale e quello marittimo sovvenzionati dallo Stato e il quadro europeo dove i contributi pubblici al trasporto ferroviario vanno dai 12 milioni di euro l'anno dell'Ungheria ai 160 della Svizzera. Flc propone di adottare subito, fin dal 2010, un modello di contributi simile a quello in vigore in Svizzera, che prevede l'erogazione in relazione alla singola unità di carico trasportata, con una quota fissa (correlata ad ogni nuova unità di carico indirizzata al trasporto su ferro) ed una quota variabile (legata alla percorrenza della unità stessa in territorio nazionale). Una prima stima dell'ammontare complessivo di tale contributo, secondo i calcoli del Gruppo di lavoro, si attesta intorno ai 121 milioni di euro, da inserire in un quadro di interventi programmatici coordinati. Il documento raccomanda anche di erogare il contributo direttamente all'operatore (industriale o aggregatore) alla cui sfera decisionale è legata la scelta della modalità di inoltro della merce; di non contemplare il costo della tratta (o delle tratte) compiuta tramite mezzi su gomma; di individuare procedure di accertamento delle condizioni di finanziabilità ispirate da criteri il più possibile semplici; di evitare forme di erogazione "a pioggia", con benefici che tendano a ricadere indistintamente su tutti i segmenti del trasporto combinato e di quello intermodale.
 
4 novembre 2009