Quanto costa fare ricerca su una nave scientifica debitamente attrezzata? Dai 30 mila ai 100 mila Euro al dì. Un’enormità che nessun Ente di ricerca riesce ormai a gestire in proprio.
 
Da qui nasce Eurofleets, progetto quadriennale dell’Unione Europea che riunisce 24 partner da 16 Stati membri in un Consorzio di gestione delle navi da ricerca europee, sotto il coordinamento globale dell’Istituto Ifremer francese.
 
Ogs, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, è fra i partner organizzativi e membro attivo della flotta con la sua nave Ogs Explora. Incaricato di coordinare le attività dei partecipanti nell’ambito della formazione "sul campo" ed educazione alla ricerca marina, Ogs contribuisce a vari sottoprogetti dando tra l’altro un contributo "… alla fluidità delle operazioni di raccolta e scambio dati", e allo "sviluppo di un software per facilitare l’utilizzo condiviso delle infrastrutture". Il secondo partner italiano è il Cnr che contribuisce alla definizione della comune strategia a livello europeo, impegnando nelle ricerche la nave Urania.

Eurofleets metterà a disposizione dei migliori ricercatori dell’UE un totale di 176 giorni/nave, da spendere – a seconda degli specifici obiettivi di ogni progetto - su cinque navi da ricerca "globali/oceaniche" o 13 navi "regionali". Con l’obiettivo principale di condividere strumentazioni e personale scientifico e tecnico.

"È un’iniziativa importantissima – commenta Michele Rebesco, del Dipartimento per lo sviluppo delle Ricerche e delle Tecnologie Marine di Ogs e veterano di crociere scientifiche polari a bordo di navi da ricerca – perché il costo delle navi incide del 50 per cento sui progetti di ricerca. Il finanziamento di 7,2 milioni di Euro che l’UE ha erogato per Eurofleets tramite Hervé Pero, Direttore dell’Unità Infrastrutture di Ricerca, testimonia l’importanza che le ricerche marine hanno nell’Europa dei 27".
 
Eurofleets si pone due obiettivi: arginare la frammentazione dei progetti di ricerca, condotti troppo spesso in solitaria, mettendo a disposizione della comunità scientifica le infrastrutture in dotazione alle singole navi, e consentire ai migliori ricercatori europei di proseguire studi altrimenti destinati a rallentare, o addirittura a interrompersi. Magari sviluppando progetti congiunti.

"In realtà il finanziamento toccherà quasi i 9 milioni di Euro – sottolinea Rebesco - se si considera il contributo in ore/uomo che ciascun Ente di ricerca investirà. Ciascun team di ricerca potrà usufruire in media di 10 giorni/nave, scegliendo tra navi attrezzate o più semplici".

La N/R Ogs Explora, per esempio, rientra nella categoria delle navi speciali, in quanto rinforzata per affrontare i ghiacci e dotata degli strumenti per la sismica multicanale*. Speciali come Explora sono pure le navi francesi l’Atalante e Marion Dufresne dotate, rispettivamente, di un sottomarino e del carotiere più potente per estrarre carote lunghe fino a 60 mt.

Dice ancora Rebesco: "Ogs si occuperà anche della piattaforma di ricerca virtuale del progetto, cioè farà in modo di rendere disponibili in tempo reale i dati che verranno raccolti dalle singole navi nel corso delle crociere, in modo che anche i colleghi rimasti a casa posano interagire con i ricercatori impegnati in mari lontani e partecipare in prima persona alle decisioni e alle attività di ricerca".

Per l’OGS-Explora hanno fin’ora inviato le loro espressioni di interesse diverse equipe di ricercatori provenienti da paesi dell’Unione Europea (Spagna e Belgio) e paesi ad essa associati (Norvegia e Israele).

* SISMICA MULTICANALE: metodo di indagine usato per l'esplorazione del sottosuolo, basato sullo studio della propagazione di onde sismiche (onde sonore a bassa frequenza) generate artificialmente attraverso lo scoppio di cariche esplosive, se in terra, e tramite la repentina espansione di aria compressa per mezzo di una batteria di cannoni trascinati da una nave se in mare.

Ufficio stampa - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale

Trieste, 3 febbraio 2010