L'Alto Adriatico gode al momento di buona salute, ma non bisogna abbassare la guardia perché le funzionalità ecologiche potrebbero peggiorare a causa di nuovi 'stress' ambientali. È quanto è emerso alla riunione dell'Osservatorio dell'Alto Adriatico, network di controllo e programmazione di strategie comuni per la difesa del mare, di cui fanno parte le Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, e gli enti omologhi di Croazia e Slovenia.

"Tra i nuovi fattori di stress - ha spiegato Giorgio Mattassi, direttore tecnico scientifico dell'Arpa Fvg - ci sono il riscaldamento del mare, con l'aumento della temperatura di 2 gradi negli ultimi 10 anni, il cambiamento climatico con l'arrivo di eventi alluvionali e di nuovi organismi, talvolta tossici, dai mari tropicali. Inoltre - ha aggiunto - l'incremento della portualità con 10 mila nuove navi e l'arrivo di 4 rigassificatori, che dovranno essere controllati specie per l'attività di disinfezione al cloro degli impianti".

A Udine si è fatto il punto sullo stato dell'Alto Adriatico, ma anche sulle strategie comuni in vista dell'imminente applicazione della direttiva europea 'marine strategy'. La direttiva considera l'ambiente marino nel suo complesso, con lo scopo di migliorare lo stato ecologico e chimico delle acque e la tutela dell'ambiente marino, e promuove le attività economiche sostenibili: turismo, agricoltura, pesca, navigazione ed impianti industriali. "È buono per ora anche lo stato del mare sloveno - ha detto Janja France dell'Istituto Nib-Mbs di Pirano - ma ci sono zone a rischio di peggioramento, dunque servono provvedimenti anche da parte dello stato per migliorare lo stato dell'acqua”.
Ottimi, secondo Marina Vazzoler dell'Arpa Veneto, i risultati della collaborazione interregionale. “Tra gli obiettivi comuni - ha detto - collegare in un'unica rete le boe meteomarine che rilevano i dati della colonna d'acqua, già presenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Croazia, ma anche la tutela della biodiversità".

Nei prossimi mesi sarà urgente affrontare gli effetti dell'alluvione dei giorni scorsi nel Veneto e nella pianura padana. "Non sappiamo come reagirà il sistema dell'Alto Adriatico - ha concluso Mattassi - ma siamo preoccupati per il carico così importante e diffuso derivante da esondazioni".