Promosso da MarineLAB - una start up impegnata nello sviluppo in  opensource di progetti innovativi nel campo marittimo con particolare attenzione agli ambiti della safety e della security - si e' svolto a Porto San Rocco (Muggia), un primo incontro tra le aziende interessate a costituire il Maritime Innovation Cluster.
Dopo la breve presentazione di MarineLAB e di ciascuna delle 12 organizzazioni partecipanti, si è passati ad una analisi del settore navale e delle sue prospettive di sviluppo partendo dai dati emersi dalla recente Assemblea di Confitarma e da quella di Assonave di qualche mese prima.
Dati nazionali confrontati sugli scenari mondiali sia per quanto riguarda il trasporto merci e container, che per il settore delle cruise, senza dimenticare il comparto cantieristico.E' seguita l'illustrazione delle diverse possibilità di aggregazione tra imprese e dei relativi vantaggi e svantaggi, anche nei termini del quadro giuridico di riferimento che ha portato a preferire il cluster, in attesa di verificare la reale convenienza di operare nel contesto di un GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico).
Si è passati poi alla presentazione dei progetti sviluppati da MarineLAB e da alcuni dei suoi partner.
 In particolare sono state proposte: le potenzialità operative e i vantaggi offerti dall'applicazione dei parametri biometrici nell' 'electronic mustering' e nel 'massive damage care' (Goldfinger Project), una applicazione che consente ai passeggeri di orientarsi a bordo (MAPP), un programma di realtà aumentata che riproduce interni nave in 3D, particolarmente studiata per essere interfacciabile a banche dati contenenti manualistica di impiego e manutenzione dei macchinari di bordo e per il training a distanza del personale (360º AR)
Sviluppati con il fondamentale contributo di alcune delle aziende presenti è stato illustrato il progetto MOB-SAR per il recupero dell'uomo in mare e sono stati  proposti IANUS, che utilizza una tecnologia evoluta per la individuazione e il monitoraggio di possibili minacce da parte della pirateria marittima e STPC, un sistema innovativo, definito di 'teletrasporto', in grado di riprodurre a distanza la realtà rilevata dagli strumenti e dai sensori di cui è dotata la nave, un approccio fondamentale volendo dare assistenza al personale di bordo in fase di atterraggio, entrata e uscita dal porto o di ormeggio, ma il sistema è impiegabile anche come simulatore nell'addestramento.
La sessione della mattina si è conclusa con un breve cenno a DELPHI, un ambizioso progetto di  valutazione del danno e supporto decisionale in situazioni di emergenza da falla e/o perdita della stabilità, di cui è in corso la verifica preliminare degli algoritmi e delle procedure di calcolo assunte a riferimento.
Nel pomeriggio - partendo da una analisi degli obiettivi, delle caratteristiche e dei limiti  di strutture analoghe già operative e create dagli armatori a supporto delle loro flotte -  è stato lanciato ATHENA Project con cui il cluster vuol creare un sistema di monitoraggio, assistenza e pronto intervento basato su una Centrale Operativa H24/7 articolata in quattro aree: Nautical, Engine, Safety e Security. L'area Security può essere estesa anche fuori dall'ambito marittimo, nella logica della Travel Security e della Business Continuity, sviluppate da una azienda britannica specializzata , che sta contribuendo con MarineLAB alla individuazione delle migliori procedure da adottare nello sviluppo di Athena Project. Secondo la filosofia di MarineLAB, ATHENA deve essere un'occasione di aggregazione e condivisione di competenze e conoscenze su cui possano convergere i sistemi e le tecnologie rese disponibili anche dai progetti illustrati nella mattinata, per diventare poi una struttura a respiro internazionale capace di 'dialogare' con le navi in mare, assicurando l' ottimizzazione e la massima sicurezza nella navigazione, un costante monitoraggio delle prestazioni del sistema di propulsione e dell'assetto con conseguente risparmio di combustibile, un avanzato 'condition maintainance system' e la capacita' di gestire ogni tipo di emergenza a bordo (incendio, falla, abbandono nave, uomo a mare... pirateria) e in qualunque altro scenario portuale o, più in generale, di terraferma.
Nel corso del dibattito che ha chiuso i lavori sono intervenuti, portando interessanti e utili contenuti propositivi - anche sulla forma da scegliere per la futura partnership e sul fabbisogno formativo conseguente all' introduzione di tecnologie innovative - i rappresentanti di molte delle aziende presenti, in particolare di quelle che hanno già da tempo manifestato il loro interesse a partecipare al progetto.
Prossimo appuntamento: la formalizzazione del cluster e la definizione dei ruoli nell'ambito dei diversi progetti.