“Avverto che la nautica è tornata a rappresentare una tematica importante nelle decisioni del Governo, recuperando il suo status di comparto industriale centrale, nel quale si ricomincia a credere quale forza utile alla ripresa economica del Paese”. Questa è la dichiarazione del presidente Ucina Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni, che si dichiara soddisfatto del “Decreto liberalizzazioni” le cui novità sono state illustrate il 26 marzo dallo stesso Albertoni insieme al senatore Luigi Grillo e all’avvocato Francesco Cimmino.

La disposizione di legge riguarda i marina, il noleggio, il regime doganale per le navi da diporto extra UE, la tassa di stazionamento e i titoli italo – inglesi.

Nel contesto dei marina, la novità più importante si riferisce allo strumento del project financing che mira a semplificare le procedure relative alla realizzazione di porti turistici. I soggetti che perseguono tale finalità dovranno superare solo la conferenza dei servizi prevista nell’ambito di questo strumento. L’esito della gara verrà definito dall’amministrazione comunale del posto, che avrà tra i criteri di selezione anche la soddisfazione degli interessi pubblici, la valorizzazione turistica ed economica dell’area interessata e la sicurezza della navigazione. La nuova normativa prevede, infine, il rimborso delle spese per il promotore della gara che non risultasse vincitore, con onere a carico dell’affidatario.

La semplificazione del noleggio per le unità superiori a 10 metri è un’altra importante novità contenuta nel decreto liberalizzazioni, e tratta la possibilità per l’attività di essere esercitata in forma occasionale dallo stesso armatore proprietario dell’imbarcazione o da una persona da lui indicata. Sussiste però l’obbligo di patente nautica per le imbarcazioni di dimensione compresa tra 10 e 24 metri e di titolo professionale per le navi da diporto (lunghezza superiore a 24 metri). Per quanto riguarda il noleggio occasionale, il possessore di un’unità navale superiore a 10 metri potrà finalmente noleggiarla; di contro, un’agenzia di charter sarà in grado di ridurre la propria esposizione finanziaria, avendo la possibilità di reperire con maggiore facilità sul mercato delle imbarcazioni a noleggio.

Con l’approvazione della nuova norma, inoltre, vi è una semplificazione del regime doganale delle navi da diporto extra UE, le quali potranno permanere nelle acque italiane eseguendo la normale pratica doganale richiesta, pur mantenendo la propria bandiera (cosa non concessa fino ad ora). Sul regime di export, poi, il decreto prevede grandi risparmi di tempo e riduzione della burocrazia, grazie al fatto che le unità possono intendersi destinate al consumo dentro o fuori dal territorio doganale su semplice rilascio di una dichiarazione rispettivamente di importazione definitiva o di esportazione definitiva da parte dell’armatore.

Il quarto argomento oggetto della liberalizzazione è riferito alla tassa di stazionamento; trasformata in imposta di possesso sul bene e passata da una scadenza giornaliera a una annuale, con riduzione degli importi compresa tra il 50% e il 90% rispetto agli originali, la tassa sarà però estesa a tutti i possessori di navi e imbarcazioni, anche se battenti bandiera estera.
Saranno, invece, escluse le unità di proprietà di cittadini stranieri con bandiera italiana, i natanti per le unità beni strumentali delle imprese di noleggio e locazione, nonché le unità al primo anno di immatricolazione.

Le nuove disposizioni normative infine confermano il riconoscimento dei titoli marittimi professionali tra Gran Bretagna e Italia, risultato che dovrebbe ampliare le opportunità di lavoro nel chartering per i marittimi di entrambi i Paesi.
Durante l’incontro della settimana scorsa tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e l’autorità marittima britannica, sono state poste, infine, le basi per il prossimo riconoscimento dei periodi di imbarco su naviglio britannico di personale italiano ai fini del rinnovo del proprio titolo professionale.