Dopo i primi sei mesi dell’anno caratterizzati da "luci e ombre", l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, nel corso di un’audizione alla commissione Lavoro del Senato, dichiara lo stato di buona salute dell’azienda: "Chiudiamo giugno con 270 milioni di cassa e non abbiamo debiti. Sfido qualsiasi azienda italiana ad avere una situazione del genere".

L’ad di Fincantieri ha però ammesso che non sono ancora stati raggiunti i tempi pre-crisi ."La domanda - ha spiegato il presidente Corrado Antonini - è dimezzata anche nel comparto delle navi da crociera, anche se il settore continua ad andare abbastanza bene". Per l’Italia, in particolare, Fincantieri ha assistito a un calo degli ordinativi dalle 11 unità del periodo 2002-2008 alle cinque del periodo 2009-2010.
"Per fortuna dagli Usa ci arriva un po’ di linfa" ha rassicurato Bono, facendo riferimento alla commessa per l’U.S.Navy.

Il problema però - ha sottolineato - è che la crisi attuale, con gli spread ai massimi, pone nuove difficoltà: perché "se non c’è la garanzia sul credito alle esportazioni l’armatore non è portato a investire". Inoltre, "le crisi esasperano le situazioni di debolezza infrastrutturale".

Gli sforzi continuano ad essere quelli di far riprendere il settore ed evitare la perdita di lavoro. "Noi lavoriamo e lavoreremo per non licenziare nessuno" ha dichiarato Bono, puntualizzando sulla necessità di "riallineare e riadeguare la capacità produttiva", rendendo l’azienda più efficiente e informando sulla volontà dell’azienda di ricorrere agli ammortizzatori sociali, a spingere su innovazione e ricerca, su cui comunque, ha precisato l’ad, "dovrebbe fare uno sforzo anche il Governo".