Illustrata a Roma la relazione del Presidente dell’Assemblea di ASSONAVE 2010, Corrado Antonini, che presenta interessanti dati sulla situazione del comparto dello shipping e della cantieristica a livello globale.

Nella relazione si riconosce il divario esistente tra volume di consegne e portafoglio ordini e una sovraccapacità produttiva per la realizzazione di nuovi cantieri, soprattutto in Cina e in Corea.
Non supera il 10% la potenzialità della cantieristica europea, in posizione marginale - salvo che in Germania - nella costruzione di navi da trasporto standard (bulk, petroliere e portacontainer), tuttavia leader indiscussa in nicchie di mercato ad elevato contenuto tecnologico e di valore, quale quella delle navi passeggeri: navi da crociera e traghetti.

Positivi restano, infatti, i dati relativi al trasporto passeggeri anche se, rispetto all’arco temporale 2004-2007, la domanda di grandi navi da crociera è diminuita e gli operatori esitano nel decidere la sostituzione delle unità realizzate a fine anni ‘80-inizi ’90. Tuttavia in vista della nascita di nuovi bacini d’utenza - Cina, Russia, India e Brasile - si prevede un aumento di ordini nel lungo periodo.

La relazione analizza anche la situazione dei posti di lavoro nel comparto e la politica settoriale dell’Unione Europea per poi concentrarsi sulla cantieristica italiana, analizzando il mercato delle costruzioni mercantili e delle costruzioni militari.

"Da circa 30 mesi, e a livello mondiale - si legge a conclusione della relazione del Presidente di ASSONAVE Corrado Antonini - la domanda per nuove navi in campo mercantile si è rarefatta e il momento della piena ripresa, del nostro settore come dell’intera economia marittima, è ancora difficile da prevedere, anche se qualche timido segnale comincia ad emergere.
L’aspetto più problematico, comunque, è che ci stiamo confrontando con una crisi che è, nel medesimo tempo, dello shipping e della cantieristica, stanti le dimensioni delle rispettive sovraccapacità e le comuni difficoltà finanziarie. In particolare per quanto riguarda la cantieristica, anche le più ottimistiche previsioni di domanda nel medio termine si confrontano con quasi il doppio di capacità di offerta. Quando si uscirà da questa crisi, avremo verosimilmente una nuova geografia sia dell’uno che dell’altro settore. E al loro interno, chi avrà saputo riorganizzare meglio la propria industria, godrà di un forte incremento di competitività.
Con il mutare delle condizioni dei mercati vanno quindi opportunamente verificati gli assetti delle nostre imprese. E conciliare responsabilmente gli aspetti sociali con quelli economici in una congiuntura così difficile impone a tutte le parti in causa condivisione di obiettivi e comportamenti coerenti. Sono convinto che nel nostro ambito riusciremo a dare prova della necessaria coesione per raggiungere quei livelli di competitività che i mercati ci impongono.
Ma per superare il guado e per ricominciare a crescere non possiamo oggi fare a meno - noi come tutta la cantieristica europea - del sostegno delle Istituzioni nazionali e dell’Unione, convinte dell’importanza di un’industria navalmeccanica d’avanguardia nei riguardi della rete dei trasporti, del sistema di difesa, del progresso tecnologico, della salvaguardia dell’ambiente e, non ultima, dell’occupazione".

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