Le strategie di riavvio operativo dell’Arsenale Triestino San Marco iniziato nel 2008 e decollato a pieno regime nel 2009, hanno dato i risultati sperati.

Nei giorni scorsi, infatti, l’Arsenale ha potuto contato in banchina ben sei navi in contemporanea: la Queen Elizabeth, il Nomentana della Tirrenia, una nave appoggio della Saipem (Bar protector) con dotazioni particolari per lavori subacquei, una nave gasiera dell’Eni, e due bulk-carrier.

Con la concomitante presenza della Queen Elizabeth che ha fatto carena prima di partire per le prove in mare, l’area ha visto il ‘tutto esaurito’ anche per quanto concerne il personale che, tra l’indotto, forze che operano all’Arsenale e maestranze spostate momentaneamente da Monfalcone, ha impiegato oltre 120 le persone al lavoro per le riparazioni, una quarantina di Fincantieri e più di 1400 con la Queen Elizabeth, di cui almeno 300 dipendenti del colosso cantieristico e il resto delle ditte dell’indotto dedicate ai lavori della nave, prossima alla consegna alla Cunard.

E l’evento non è sporadico. Si attende già l’arrivo nei prossimi due mesi della barca-porta del cantiere di Monfalcone, un grande rimorchiatore che prenderà il posto della Queen Elizabeth, poi una car-carrier (una nave garage, nuova costruzione di Visentini), e infine 2 navi della MSC.

Risultati guadagnati grazie all’elevato standard di qualità dei lavori e alla rapidità di consegna e a scelte strategiche vincenti, come si sta rivelando quella dell’apertura dell’Arsenale Triestino.