Con l’accordo annunciato oggi da Fincantieri e Carnival Corporation si rafforza la più solida e durevole collaborazione del panorama crocieristico internazionale.


La costruzione di due nuove unità prototipo per il marchio Princess Cruises rappresenta infatti un notevole traguardo per Fincantieri e un importantissimo segnale per un settore che negli ultimi due anni ha conosciuto una delle crisi più profonde della sua storia.

Infatti, a seguito della crisi economica mondiale il comparto delle costruzioni navali nel suo complesso ha subìto un crollo dell’85% della domanda (dato 2009 a confronto con quello del 2008), e il segmento crocieristico, appannaggio tutto dei cantieri europei, non ne è rimasto immune, passando dai 16 ordini del 2007 ai soli 3 del 2008.

Nel 2009 la domanda armatoriale si è quasi completamente azzerata: l’unica commessa per una nave da crociera è stata acquisita a dicembre da Fincantieri per la costruzione di un’unità evoluzione di "Carnival Dream" per Carnival Cruise Lines.

Alla luce di questa tendenza, l’accordo odierno è l’avvisaglia di una ripresa, seppur lenta e graduale.
Un ruolo fondamentale in questa fase è stato svolto da SACE e dalla Cassa Depositi e Prestiti, che hanno garantito gli investimenti necessari all’export, in risposta all’esigenza di una più stretta collaborazione tra i vari attori del "sistema Paese", infondendo così un nuovo stimolo al circuito dell’economia reale.

In questo senso il recente rapporto del Clia, Cruise Lines International Association, è confortante. Nonostante l'anno difficile appena trascorso, il numero dei crocieristi nel 2009 ha fatto registrare una progressione del 3,4% rispetto al 2008, sfiorando la soglia dei 13,5 milioni.

Un ulteriore aspetto interessante è l’aumento della percentuale di passeggeri europei salita al 23,5%, quindi ancora con un ampio margine di crescita rispetto al 76,5% costituito dai passeggeri americani e canadesi. Il mercato si dimostra quindi in salute e si prepara al rilancio: il Clia prevede per l'anno in corso un incremento dei passeggeri del 6,4%, con il superamento della quota di 14 milioni di crocieristi.

In un simile quadro si inserisce dunque questo nuovo capitolo della collaborazione tra Fincantieri e il gruppo Carnival, che risale alla fine degli anni Ottanta. Dal 1990 ad oggi infatti l’azienda italiana ha realizzato 52 navi da crociera, delle quali 48 per Carnival.

Non tenendo conto delle navi oggetto dell’accordo odierno la società costruirà altre 11 unità da qui al 2012 (7 delle quali per Carnival). Queste 63 navi hanno assicurato a Fincantieri un controvalore di 26,5 miliardi di dollari.

A partire da un’unità prototipo Fincantieri ha sviluppato in passato diverse "famiglie" di navi per i principali marchi di Carnival, tra i quali Costa Crociere, Holland America Line, Carnival Cruise Lines, Princess Cruise.

Anche le navi oggetto dell’accordo sono dei prototipi e questo lascia intravedere la concreta possibilità di costruire in futuro altre unità di derivazione della "famiglia" Princess. A questo proposito vale ricordare il fortunato caso di "Carnival Destiny", consegnata nel 1996 a Carnival Cruise Lines, che ha generato ben 15 unità derivate per evoluzione dal progetto di "Carnival Destiny", navi che hanno recepito nel tempo le nuove esigenze del committente e le innovazioni della tecnologia.

Questo quindi lascia ben sperare per il futuro, soprattutto perché Fincantieri ha costruito con Carnival - prima compagnia armatrice al mondo, quotata alle borse di Londra e New York e unico gruppo ad essere presente in entrambi gli indici S&P 500 e FTSE 100 – un rapporto preferenziale basato su una fortissima fidelizzazione.

In particolare, negli ultimi mesi, Fincantieri ha messo a frutto l’esperienza maturata negli anni di lavoro con questo gruppo, dimostrando di saper fare della flessibilità, dell’ecletticità e della creatività le armi determinanti per spuntarla sulla concorrenza.

Queste doti saranno indispensabili sul mercato di domani, che si annuncia ancora più agguerrito, dal momento che la competizione tra costruttori già oggi non si basa più solo sulle capacità tecniche e qualitative, ma si è spostata soprattutto sul prezzo e quindi sul contenimento dei costi di produzione.

Fincantieri, prima ancora dell’insorgere della crisi globale, aveva individuato proprio nel raggiungimento di alti livelli di qualità ed efficienza, nel rispetto dei tempi di consegna e nell'offerta di prezzi più competitivi gli strumenti necessari a superare la stasi della domanda e a mantenere la posizione la leadership nel settore delle navi da crociera.

Non va poi trascurato che le attività di Fincantieri alimentano un sistema economico allargato, strettamente dipendente dalla produzione cantieristica, e generano un indotto a favore di oltre 5.000 aziende, il 90% di esse italiane, alle quali vengono trasferiti ogni anno circa 2 miliardi euro attraverso l’acquisto di materiali e prestazioni d'opera.

Ufficio stampa - Fincantieri S.p.A.

Trieste, 17 febbraio 2010